È un cd spiazzante quello dei Panicles.
Spiazzante, perché di certo non ci si aspetta che un trio pordenonese possa essere così originale a tal punto da riuscir a sfuggire ad ogni tipo d’etichetta.
“In Denmark” è il frutto di un viaggio in terra danese, un lavoro costruito col cuore piuttosto che con gli strumenti. Perlomeno, mi piace immaginarmelo così, concepito tra villaggi sperduti e clima continentale, neve e luci soffuse.
Il disco si apre con “America”, pezzo nel quale la distorsione garage e lo stile vocale(faccio riferimento al gusto nel protrarre le parole) richiamano alla mente i primi Muse.
Si prosegue con “Deliver the Sound”, dotata di un sound Coldplayano incredibile: grancassa decisa, accompagnamento cadenzato, giochi vocali impreziositi dal charleston nell’omonimo ritornello.
Eccoci arrivati a “Better think positive”, garage punk d’annata ed a “In Denmark”, canzone struggente che, anche grazie all’utilizzo di effetti elettronici, contribuisce a dar un tocco delicato alla composizione.
È il momento di “Silja”, piccola perla del trio.
Questo pezzo è, a parer mio, il tipico esempio di come la semplicità minimale di tre accordi riesca sempre a sconfiggere ogni tipo di tecnicismo o artificio musicale, riuscendo ad arrivare al cuore dell’ascoltatore.
Silja è una ballata chitarra-voce dolcissima, una canzone dannatamente romantica, traccia perfetta da dedicare alla propria ragazza qualora si voglia ricevere un bacio in più.
Senza troppi giri di parole, un delicato anthem amoroso.
A questo punto arriva “The Sound of You”, pezzo “caciarone” dal sound spiccatamente british e un ritornello azzeccatissimo.
Si giunge poi a “Virgin Street”, traccia alquanto originale nella sua particolare escalation strumentistica (si parte con una chitarra acustica per arrivare alla totale distorsione) per poi chiudere con “My day”, brano raffinato a cavallo tra jazz e acustica, perfetto per rilassarsi e viaggiare con la mente dopo una giornata stancante.
Che dire quindi di questo “In Denmark”?
Lavoro molto curato(a partire dall’artwork del disco), si fa apprezzare per l’ecletticità compositiva e la sperimentazione/fusione di vari generi musicali.
Voto=8
Best Track=Silja
Loris Tomasella